Ristrutturazioni: climatizzazione radiante a soffitto per un comfort abitativo ottimale tutto l'anno

In via delle Tre Cannelle, Rione Trevi di Roma, è ubicato un palazzo d’epoca di tre piani dalla grande rilevanza storica, composto da numerosi appartamenti di varie metrature destinati ad un uso residenziale, che è stato recentemente soggetto ad una ristrutturazione architettonica completa. Tr

installation of a sewage plastic pipe during the construction of a house. Creative Banner. Copyspace image

In via delle Tre Cannelle, Rione Trevi di Roma, è ubicato un palazzo d’epoca di tre piani dalla grande rilevanza storica, composto da numerosi appartamenti di varie metrature destinati ad un uso residenziale, che è stato recentemente soggetto ad una ristrutturazione architettonica completa. Trattandosi di un complesso molto esclusivo, destinato ad un target di acquisto elevato, la committenza ha richiesto al progettista che ha curato l’intervento, ovvero l’architetto Erminio Tirquino della società Multiarch di Roma, di predisporre un sistema di climatizzazione che potesse garantire un comfort abitativo ottimale e una sensazione di benessere 365 giorni l’anno.

Tenendo conto dell’altezza molto elevata del soffitto dei locali, di circa 4 metri, e della conseguente necessità di installare un controsoffitto per raggiungere un’altezza standard di 2,80 metri, la soluzione ottimale proposta dal progettista, su suggerimento dell’azienda, è stata l’installazione negli appartamenti più grandi (di metratura compresa tra i 90 e i 190 mq) di un impianto di riscaldamento e raffrescamento radiante a soffitto, alimentato da pompa di calore e regolato da una centralina elettronica, abbinato ad un sistema per la deumidificazione estiva.
Negli appartamenti di metrature inferiori, complice la mancanza dello spazio necessario alla posa di un sistema più complesso, la Multiarch ha optato per una soluzione tradizionale ad aria con split e radiatori.

Ad oggi è stato ultimato un unico appartamento di circa 180 mq all’interno del palazzo, posizionato al primo piano e caratterizzato da un ingresso, un ampio soggiorno, due camere da letto, due bagni (uno dei quali non è stato climatizzato), una cucina abitabile, un ulteriore locale, un lungo disimpegno che mette in comunicazione i vari locali e un terrazzo.

 

Il sistema radiante a soffitto Chemidro CD-4

La previsione di un intervento architettonico atto a ribassare il soffitto, con conseguente disponibilità di uno spazio già predisposto per l’installazione di un impianto radiante a controsoffitto, abbinata alla necessità di offrire un comfort abitativo ottimale, soprattutto durante la stagione estiva, ha portato il progettista a scegliere il sistema di riscaldamento e raffrescamento Wavin Chemidro CD-4, l’unico sul mercato a consentire la produzione della superficie radiante attiva commisurata ai carichi termici di ogni singolo spazio. Complessivamente l’intervento ha richiesto la posa di 86 pannelli caratterizzati da una larghezza standard di 400 mm e da lunghezze variabili (massimo di 2.500 mm – minimo 1.200 mm), per una superficie di 136,34 mq.
Il sistema radiante è caratterizzato da 8 circuiti che derivano da un unico collettore di distribuzione installato sul terrazzo in un apposito vano tecnico, in cui sono ubicati anche la pompa di calore, la centralina elettronica di regolazione e un secondo collettore su cui sono montati un gruppo di miscelazione e un gruppo di rilancio. Il collettore dell’impianto è un modello Chemidro Tempower 2G a nove vie composto da due diversi moduli, montati insieme per realizzare i due corpi di mandata e di ritorno, dotato di valvole di intercettazione motorizzabili sul ritorno e misurazioni di portata di 4 l/min con anello di bloccaggio (memory ring) sulla mandata.

L’installazione del sistema è stata realizzata dalla Solar Impianti di Roma ed è avvenuta senza particolari problematiche, anche grazie al supporto dell’ufficio tecnico di Wavin, che ha fornito uno schema di montaggio dei pannelli radianti chiaro e dettagliato. Facilitato dalla presenza del controsoffitto, realizzato dal cartongessista con il montaggio di una struttura metallica a doppia orditura, l’installatore si è limitato ad applicare i pannelli radianti Wavin Chemidro CD-4, grazie agli appositi ganci per permettono il fissaggio rapido sulla struttura metallica stessa.
Il collegamento idraulico è avvenuto attraverso il metodo Tichelmann (ritorno inverso), in modo da favorire l’auto-bilanciamento di ogni singolo circuito direttamente dal collettore.
Per rendere più semplice e veloce il collegamento dei pannelli, la scelta dell’installatore è ricaduta sull’utilizzo di raccordi rapidi push-fit: una tipologia di sistema estremamente sicura grazie alla tenuta idraulica garantita dall’o-ring sul diametro esterno del tubo, che assicura il totale passaggio sul diametro interno senza riduzioni che provocano perdite di carico nel flusso. Nello specifico sono stati usati raccordi TEE 16-10-16 per favorire il passaggio del liquido dal tubo multistrato in polietilene PE-Xc diametro 16mm, che collega il collettore Tempower alle tubazioni in PE-RT a 5 strati di diametro 10 mm del pannello radiante CD-4 di mandata e ritorno. Una volta completati i collegamenti idraulici e dopo aver completato con successo i test di verifica del sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante a soffitto, il cartongessista ha concluso l’opera applicando le lastre di rivestimento, direttamente sulla seconda orditura della struttura metallica.

 

Regolazione della temperatura attraverso la Centralina e impianto di deumidificazione

La temperatura del fluido circolante nelle tubazioni del sistema radiante Wavin Chemidro CD-4 viene regolata dalla centralina elettronica Chemidro Reklima Bus, posizionata all’interno di un quadro elettrico nel vano tecnico presente sul terrazzo. La centralina comunica tramite cablaggio bus RS485 sia con una sonda di temperatura esterna che con otto sonde ambiente interne, che permettono grazie ad un ampio display con retroilluminazione Led di selezionare la temperatura di ogni singolo locale in base alle proprie preferenze, oltre a modificare i parametri di funzionamento (acceso/spento, fasce orarie, riscaldamento/raffrescamento). Cinque delle otto sonde ambiente complessive, nello specifico quelle posizionate nell’area living (ingresso, soggiorno, camere da letto e corridoio) offrono in abbinamento al controllo continuo della temperatura quello dell’umidità dell’ambiente.
Per separare il circuito primario di produzione dell’energia dal circuito secondario di utilizzazione, in modo da evitare interferenze tra i vari circolatori che necessitano di portata d’acqua diverse, l’installatore ha utilizzato un collettore principale di distribuzione a 2 vie, abbinato ad un separatore idraulico da 2mc/h, sul quale sono stati successivamente montati un gruppo di miscelazione (dedicato esclusivamente al sistema radiante) e un gruppo di rilancio (pensato per la deumidificazione estiva). Il gruppo di miscelazione ha la funzione di miscelare il fluido termovettore che verrà convogliato al collettore dell’impianto radiante in base ad una curva climatica, grazie alla presenza di un attuatore modulante asservito alla centralina elettronica. Il gruppo di rilancio invece non agisce sulla temperatura del liquido in ingresso, bensì lo trasporta semplicemente verso l’ impianto di deumidificazione. Entrambi i gruppi sono caratterizzati da un circolatore elettronico in classe A, valvola a sfera con termometro su mandata impianto, valvola di non ritorno sbloccabile sul ritorno impianto, oltre che di un guscio termoisolante in EPP grigio. L’ impianto di deumidificazione estiva degli ambienti è stato realizzato a partire dall’installazione di due unità Wavin Chemidro Deuklima P300/2, pensate per applicazioni interne a parete e dotate di apposite controcasse che permettono di ritagliare lo spazio necessario nella parete stessa e predisporre la zona di accesso per le linee idrauliche ed elettriche. Il quadro elettrico si trova all’interno dell’unità ed è raggiungibile semplicemente rimuovendo il pannello laterale. Il collegamento idraulico prevede 2 bocchettoni in ottone da 1/2’’, con l’ingresso dell’acqua che è situato in basso vicino allo scarico della condensa, mentre l’uscita si trova in alto per facilitare l’evacuazione dell’aria anche mediante lo sfiato posto a lato. Il circuito è invece composto da due scambiatori di calore a batteria alettata collegati in parallelo: il primo opera un pre-trattamento abbattendo il calore sensibile dell’aria da trattare con l’obiettivo di facilitare il lavoro di deumidificazione dell’evaporatore, il secondo regola la temperatura di uscita dell’aria.
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I consigli per l’installatore.

Risponde Luca Petrocelli, Technical Area Manager di Wavin Italia

Qual è il principale plus delle varie tecnologie installate?
Il plus principale del sistema a soffitto Wavin Chemidro CD-4 è l’installazione, che non prevede alcuna opera muraria e che può essere realizzata anche con spazi molto ridotti. Il sistema può essere utilizzato sia per il riscaldamento che per il raffrescamento, assicura un importante risparmio energetico e offre un comfort abitativo ottimale, 365 giorni l’anno, senza dover installare altre tipologie di impianto per le diverse esigenze stagionali. La presenza di un sistema di deumidificazione, che interviene soltanto quando il sensore rileva un grado di umidità dell’aria troppo elevato, assicura un livello di comfort ancora più elevato in modalità raffrescamento, garantendo all’utente un’immediata sensazione di refrigerio senza essere costretto a subire le classiche fastidiose correnti d’aria fredde localizzate tipiche degli impianti di climatizzazione tradizionale.

Quali sono le principali difficoltà che devono essere affrontate durante l’installazione?
In questo caso specifico, l’installatore ha avuto un grandissimo vantaggio perché il progetto già prevedeva la costruzione di una struttura in cartongesso. Partendo da questo presupposto, la scelta di un sistema radiante a soffitto era certamente la migliore perché evitava altre opere murarie per l’applicazione di eventuali impianti a pavimento, split, convettori ecc. L’installazione del sistema è semplicissima, dato che prevede soltanto l’applicazione dei pannelli su una struttura già impostata, e la relativa realizzazione dei collegamenti idraulici. Naturalmente, come in ogni tipo di intervento, occorre seguire con attenzione gli schemi di montaggio messi a disposizione dall’azienda che fornisce i materiali, non aver paura di chiedere delucidazioni all’ufficio tecnico che segue l’operato dell’installatore, ma anche cercare di evitare alcuni piccoli errori.

Di quali errori parla? Ha qualche suggerimento da segnalare all’installatore?
Si tratta di piccole cose, che a volte possono passare per scontate ma non lo sono. Uno dei classici errori nell’installazione di un impianto radiante, ad esempio, riguarda la coibentazione dei tubi. Essendo soggette a condensa, tutte le tubazioni devono essere opportunamente coibentate. Nel caso specifico del sistema Wavin Chemidro CD-4, sia i tubi inseriti nei singoli pannelli che quello di mandata presentano già un’adeguata coibentazione, ma è naturale che il tubo in cui viene applicata la raccorderia non ne sia provvisto. Di conseguenza occorre fare sempre molta attenzione. Così come è importante di ricordarsi di realizzare lo sfiato del sistema nella maniera ottimale.