Negli ambienti indoor come abitazioni, aule scolastiche e uffici, la qualità dell’aria è fondamentale per assicurare agli occupanti il comfort abitativo ideale e preservare la salute.
Si stima che in media una persona adulta trascorra tra il 70% e il 90% del proprio tempo in un luogo di lavoro chiuso. Più l’aria interna è salubre, maggiore è il benessere psico-fisico e migliore sarà il rendimento e la qualità del lavoro.
Quando l’aria interna degli edifici non è salubre o addirittura inquinata può causare nelle persone che vi soggiornano per lungo tempo una sintomatologia che viene definita come “Sindrome dell’edificio malato” (Sick Building Syndrome), i cui sintomi più comuni sono:
- mal di testa persistenti;
- vertigini;
- irritazione agli occhi;
- asma e difficoltà respiratorie;
- reazioni allergiche a carico del sistema respiratorio e della pelle;
- affaticamento cronico;
- disturbi del sonno;
- ridotta capacità di concentrazione.
Nella maggior parte dei casi si tratta di sintomi temporanei che spariscono o si attenuano subito dopo aver lasciato l’edificio malato o nell'arco di qualche ora o pochi giorni, ma in altri casi i sintomi possono permanere diventando cronici.
Ecco perché la qualità dell’aria negli ambienti indoor è un aspetto molto importante che non deve essere sottovalutato se si vuole preservare la salute di chi abita, studia, lavora o frequenta quegli ambienti per lungo tempo. Vivere in ambienti salubri diventa fondamentale anche per prevenire la diffusione di batteri e virus prevenire la diffusione di batteri e virus (l’esperienza legata al Codiv-19 ci ha insegnato molto negli ultimi anni).
Cos'è l’inquinamento indoor?
Il Ministero della Salute definisce l’inquinamento negli ambienti chiusi come: “la modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria stessa e tali da costituire un pericolo ovvero un pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo.”
L’inquinamento indoor consiste quindi nella presenza nell'aria di ambienti confinati di inquinanti:
- chimici;
- fisici;
- biologici.
Le sostanze in grado di alterare la qualità dell’aria indoor possono provenire sia dall'esterno, come ad esempio l’inquinamento atmosferico, pollini, funghi, virus, batteri, gas, composti organici volatili, particelle di polvere, fumi, ecc., sia dall'interno. Le principali fonti interne di inquinamento sono:
- prodotti chimici e detergenti utilizzati per la pulizia;
- materiali per la costruzione, vernici, colle, arredi;
- fibre minerali;
- vapori e fumi causati da processi di combustione
- attività metaboliche di piante ed esseri umani presenti in un ambiente.
Senza un’adeguata ventilazione e un ricambio continuo dell’aria, attraverso l’utilizzo di impianti di ventilazione meccanica controllata, gli inquinanti presenti nell'aria degli ambienti indoor si accumulano, fino ad arrivare a una concentrazione potenzialmente dannosa per la salute degli occupanti.
I 5 fattori che influenzano la qualità dell’aria indoor
Come possiamo assicurare il comfort e contrastare gli effetti negativi sulla nostra salute dell’inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi? La misura più efficace è la prevenzione.
A questo proposito nel 2009 l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato delle Linee Guida per la qualità dell’aria indoor in cui vengono fornite indicazioni pratiche per garantire la salubrità dell’aria interna e identificare i rischi per la salute mediante alcuni indicatori.
A queste linee guida si aggiungono diverse norme tecniche che nel corso degli anni hanno definito i parametri che concorrono ad influenzare la qualità dell’aria, e sui quali è necessario intervenire per preservare la salubrità degli ambienti interni. Vediamoli assieme:
1. Ventilazione
La ventilazione meccanica controllata (VMC) rappresenta la soluzione più immediata e più efficace per preservare la qualità e la salubrità dell’aria degli ambienti indoor. I moderni sistemi di ventilazione meccanica controllata prelevano l’aria inquinata dai locali interni e immettono aria pulita prelevata dall’esterno dopo averla purificata tramite appositi filtri. Inoltre, se dotate di scambiatore di calore entalpico, assorbono il calore in inverno e il fresco in estate dall’aria interna prima di espellerla all’esterno e lo utilizzano per riscaldare in inverno e raffrescare in estate l’aria proveniente dall’esterno. Questo garantisce un notevole risparmio energetico e quindi costi di gestione ridotti.
Vi sono due normative in vigore che determinano quelli che sono i giusti tassi di ricambio aria all’interno degli edifici: la norma italiana UNI 10339 e la norma europea UNI EN 16798-1.
2. Filtrazione
La filtrazione dell’aria immessa dall’esterno risulta fondamentale per assicurare la salubrità dell’aria negli ambienti indoor. Tutte le unità di ventilazione meccanica controllata (VMC) con recupero di calore sono dotate di filtri ed essi vengono classificati secondo la norma DIN EN 16890 del 2017 in base al loro potere filtrante, prendendo come riferimento il particolato atmosferico (PM). In funzione della dimensione delle particelle che lo compongono, il particolato viene suddiviso in:
- PM10: particelle con diametro equivalente ≤ 10 μm.
- PM2,5: particelle con diametro equivalente ≤ 2,5 μm.
- PM1: particelle con diametro equivalente ≤ 1 μm.
Per ogni filtro deve essere indicato il suo grado di filtrazione: per esempio un filtro classificato come ePM10 90% è in grado di filtrare più del 90% delle particelle di PM10, mentre un filtro classificato come ePM2,5 70% è in grado di filtrare più del 75% di PM2,5.
Per poter mantenere la loro efficienza, i filtri devono essere periodicamente puliti o, quando necessario, sostituiti.
3. Umidità relativa
La qualità dell’aria degli ambienti indoor è strettamente connessa anche alle condizioni termo-igrometriche dell’ambiente.
Se l’umidità è troppo alta influisce anche sulla temperatura percepita a discapito del comfort e del benessere.
Se gli ambienti invece sono secchi a causa di un livello di umidità troppo basso, può causare irritazioni alle mucose e agli occhi.
La condizione ideale per un comfort abitativo ottimale è mantenere l’umidità relativa costante entro un valore compreso tra il 40% e il 60%, sia in estate che in inverno.
4. Temperatura
Per la temperatura vale lo stesso discorso fatto per l’umidità: temperature troppo elevate o troppo basse incidono sul comfort igrometrico compromettendo il benessere degli abitanti. La temperatura ideale varia tra i 18-22°C in inverno e tra i 24-26°C in estate.
5. Concentrazione di inquinanti
Tra gli inquinanti che incidono maggiormente sulla qualità dell’aria degli ambienti chiusi possiamo citare:
- l’anidride carbonica (CO2) prodotta soprattutto dalle attività umane;
- il monossido di carbonio (CO);
- i composti organici volatili (VOC), come radon, particolato, ecc…
Il vapore acqueo, che a basse concentrazioni non risulta essere un inquinante, ad elevate concentrazioni lo può diventare, se pensiamo che porta allo sviluppo di muffe e di altri microrganismi.
Come migliorare la qualità dell’aria con la VMC?
I moderni sistemi di ventilazione meccanica controllata con recupero del calore come la gamma Wavin Ventiza rappresentano la soluzione più efficace per migliorare la qualità dell’aria indoor.
Grazie al loro avanzato sistema di ricambio dell’aria con recupero del calore e ai filtri ad alta efficienza, permettono di mantenere elevata la qualità dell’aria negli ambienti indoor diluendo le concentrazioni degli inquinanti, aiutando a mantenere le condizioni termo-igrometri nei range di comfort e limitando al minimo i consumi energetici.
Le soluzioni Wavin Ventiza sono state progettate per garantire il massimo comfort sia nelle abitazioni private sia nei luoghi ad alta concentrazione di persone, come scuole, uffici, ospedali, ecc. Scopri di più sulla gamma VMC Wavin Ventiza!