venerdì 1 giugno 2018
In mancanza di un trattamento preliminare di intervento di pulizia e filtro delle acque piovane, l'infiltrazione delle acque meteoriche non è sempre possibile, questo si deve al fatto che il dilavamento di certe superfici può determinare un certo carico di inquinamento.
In base alla norma DWA-A 138 è possibile effettuare le seguenti distinzioni:
1. Sicurezza del deflusso delle acque piovane da:
• aree verdi, prati, terreno coltivato,
• superfici di copertura e terrazze in aree residenziali e zone commerciali comparabili (copertura del tetto senza metalli non rivestiti).
In questi casi l'acqua sotterranea non viene intaccata da impurità, si può quindi procedere con l'infiltrazione senza trattamento preliminare di pulizia e filtro.
2. Tollerabilità del deflusso delle acque piovane da:
• superfici di copertura con percentuali normali di metalli non rivestiti (rame, zinco, piombo),
• superfici di copertura in zone commerciali e industriali caratterizzate da un significativo inquinamento atmosferico,
• piste ciclabili e strade pedonali lungo zone residenziali e strade con volume medio giornaliero di traffico (valore DTV) fino a 15.000 veicoli a motore.
In tali zone e per queste condizioni, le acque meteoriche possono essere infiltrate solo dopo un adeguato trattamento preliminare di pulizia e filtro.
3. Non tollerabilità del deflusso delle acque piovane da:
• strade e aree caratterizzate da un significativo inquinamento atmosferico,
• aree speciali, ad esempio aree di parcheggio e stazionamento per camion, magazzini non coperti per beni potenzialmente riciclabili (compost, carta, rifiuti).
In queste circostanze l’acqua di scarico deve essere immessa nella rete fognaria.
E’ vietato installare impianti di infiltrazione nei suoli contaminati, poichè le sostanze inquinanti diluendosi con le acque meteoriche possono raggiungere le falde acquifere.
Per la gestione e raccolta delle acque meteoriche che rientrano nei casi 1 e 2 possono essere creati dei bacini di attenuazione o ritenzione, con stoccaggio dell’acqua, oppure bacini di infiltrazione, con lo scopo di rilasciare l’acqua lentamente nel terreno.
La normativa tedesca DWA-ATV 138 offre dei semplici ausili per il calcolo dei volumi dei bacini di infiltrazione. Per il calcolo dei volumi dei bacini di attenuazione si prende come riferimento la normativa tedesca ATV 117.
Di seguito sono illustrati importanti criteri che devono essere essenzialmente osservati per il calcolo statico di un sistema di infiltrazione. La sicurezza non è solo una questione di progettazione.
Principi di progettazione statica dei bacini di infiltrazione:
• E’ necessario considerare tutte le forze che agiscono su un bacino posizionato all'interno del terreno
• La distribuzione dei carichi in base alla profondità di installazione avviene in modo non lineare
I carichi mobili sono diretti verticalmente sulla superficie del terreno di fondazione, e si sviluppano per l'intera grandezza.
All'aumentare della profondità, i carichi mobili si riducono velocemente.
L'aumento dei carichi del terreno e la spinta dell'acqua di falda sono invece direttamente proporzionali all'incremento di profondità.
Dalla somma dei carichi esterni si deduce che, nelle immediate vicinanze della superficie, è presente un carico pesante condizionato dal carico mobile. Se aumenta la profondità di installazione l'effetto del carico mobile diminuisce, mentre crescono i carichi del suolo e la pressione dell'acqua di falda.
• La resistenza del bacino è influenzata in modo determinante dal materiale
Le unita di infiltrazione Wavin Q-Bic e Q-BB sono state studiate per essere utilizzate
sia al di sotto di zone soggette a carico da traffico pesante che leggero, con o senza la possibilità di fare ispezione e pulizia al bacino.
I moduli sono degli innovativi corpi cavi in materiale plastico, in grado di consentire delle soluzioni particolarmente flessibili per la costruzione di bacini di drenaggio di tutte le dimensioni. Il modulo Q-Bic permette un facile accesso a videocamere da ispezione e apparecchi di pulizia. Il tutto avviene attraverso l'utilizzo di un pozzetto direttamente collegato al bacino stesso.